Mauro si trovava in ginocchio sul pavimento del bagno con la faccia ricoperta di sputi e dentifricio. Davanti a lui, di spalle, due donne si stavano lavando i denti. Erano Sara, la sua ragazza, e Laura, una sua amica.
Da quella posizione poteva ammirare la forma perfetta del loro sedere… Quello della sua ragazza, racchiuso in un paio di leggins in pelle, lo conosceva bene.. Con tutto il tempo passato a leccarlo avrebbe saputo riconoscerne l’odore e il sapore anche tra mille.
La sua amica indossa invece una mini che le copre giusto il sedere, sotto la quale scompaiono due gambe perfette ricoperte da un apio di calze velate. Dalla sua posizione non riesce a capire se si tratta di collant o autoreggenti.
Mentre è lì in ammirazione, ecco che proprio Laura si gira e gli sputa in faccia. Dritto sul naso e poi a colare fino al mento…
Sara si gira e, continuando a lavarsi i denti, gli chiede.
“Ma ti rendi conto di come ti ho ridotto” e gli sputa in faccia.
“Ormai la situazione ti è sfuggita di mano da un bel pezzo” e ancora sputo.
“Ricordi quando cercavi di convincermi a sottometterti? Sorridi…” E gli sputa dritto nell’occhio sinistro. Poi si rialza per tornare al lavandino ma nel mentre si gira Laura e gli sputa lo sciacquo del dentifricio in faccia.
Le due finiscono di lavarsi i denti e poi Sara fingendo di essersi quasi dimenticata: “Ma anche al cane dobbiamo lavare i denti… è importante che tu sia in forma per sgobbare per me, sbaglio Coglione?”
“N-no certo che no, tu non sbagli mai”
“Io non sbaglio mai… Risposta corretta. Vedi che se ti impegni qualche volta sai regalare soddisfazioni? Certo non sotto le coperte ahahah, ma quello lo sappiamo già infatti il tuo cazzetto è saldamente rinchiuso nella sua gabbietta da quanto.. due settimane?”
“16 giorni Padrona”
“Interessante… Se non mi costringi ad aggiungerne altre perché fai cazzate sei quasi vicino alla libertà”
“Sì Padrona”
La scadenza è ogni 21 giorni. Ma poi in realtà questo era un gioco perverso che Sara amava prolungare e che Mauro conosceva bene.
Il suo atteggiamento poteva essere perfetto in tutto ma a Sara piaceva troppo aumentare i giorni di castità senza motivo, o inducendolo in errore sfruttandone il desiderio costantemente frustrato dalla gabbietta.
Anche il concetto di “libertà” è abbastanza relativo. Ogni tre settimane Sara liberava Mauro ma non gli concedeva di toccarsi né, tantomeno, di penetrarla. Ogni volta era una situazione nuova e frustrante. L’unico elemento comune era che in un modo o nell’altro il suo orgasmo era sempre legato a situazioni umilianti, e finiva puntualmente per ingoiarlo dopo averlo leccato.
“Beh adesso vieni qui, girati”.
Mentre Laura guardava ammirata la sua amica, Sara si andò a sedere sul water estraendo lo spazzolone dal suo contenitore.
“Il dentifricio lo hai già, avanti apri la bocca, fai un bel sorriso”
Mauro sapeva che non aveva scelta. Semplicemente doveva assecondarla. Voleva assecondarla. Era la sua natura quella di essere ridotto a subire umiliazioni sempre più pesanti. Era ormai totalmente sottomesso e dipendente dalla sua ragazza. Ne erano consapevoli entrambi. Chiuse gli occhi e sentì i fili di plastica duri scivolare sui suoi denti. Le ragazze ridevano, Laura non aveva mai nemmeno immaginato nulla del genere. Mauro incapace di reagire, accettava l’ennesima umiliazione… Nel frattempo il suo cazzetto sembrava volesse sfondare la gabbietta. Era partito nemmeno un anno fa confessando la sua passione per i piedi alla sua ragazza. Ora si trova casto, in ginocchio con il viso ricoperto di sputi e uno scopettone del cesso che gli “puliva” i denti.