Avevo conosciuto La Signora online bazzicando su pagine e gruppi a tema bdsm. Su un social “insospettabile” come Facebook. Ciò che mi aveva subito impressionato era il trasparire di un totale disinteresse verso gli uomini, inutili se non in chiave strumentale per le necessità e i desideri femminili. Con il tempo avrei imparato che non mi sbagliavo assolutamente. Anzi, per La Signora gli uomini non erano nulla più che degli eunuchi. E se non lo erano e non erano predisposti a diventarlo era praticamente impossibile che potessero attirare il suo interesse. Il sesso vanilla? Non le interessava. Non faticava a trovare umili labbra che adorassero la sua femminilità per non avere nulla in cambio… Se non forse un posto sul pavimento dove poter riposare… Non ignorava che gli uomini ragionassero con il cazzo, per questo una delle prime cose che mi impose di comprare fu una gabbietta per il pene.
Insomma una Signora dominante ed emancipata, perfettamente consapevole dell’esistenza degli uomini sottomessi e di come renderli delle “persone” migliori assoggettandoli al suo potere. Cosa che non le costava minimamente fatica perchè erano proprio gli uomini a implorarla di poter fare qualcosa di utile per Lei.
Chiaramente era una Donna difficile da raggiungere per uno zerbino ancora inesperto come me. Avevo circa 24 anni e frequentavo l’università a Milano, mentre Lei era un’insegnante e di anni ne aveva 50. Cercai in tutti i modi di farmi notare, o meglio di far notare il mio interesse alla Signora. Come dicevo era difficile emergere, sia perché (come ho avuto modo di scoprire più avanti) la Signora usa Facebook per sentire le amiche, sia perché disinteressata agli uomini e al sesso con loro… Ormai in testa avevo solo Lei, e quell’essere irraggiungibile non faceva altro che aumentare il desiderio di poterla incontrare… Iniziai a pormi in modo umile dando il buongiorno ogni mattino e la buonanotte ogni sera.
Con il tempo questo atteggiamento ha pagato e la Signora ha deciso di darmi un’occasione. Ci siamo conosciuti partecipando ad una festa a Torino. Una festa a tema BDSM, la prima volta per me… Mentre Lei era proprio a suo agio, conosceva diverse persone e in un certo qual modo mi sentivo un suo accessorio già all’ingresso.
La serata si svolse in modo naturale, almeno per come credo vadano quel genere di serate. Lei era splendida come sempre, con un paio di scarpe scamosciate con un tacco a spillo che mi faceva letteralmente sbavare. E lo sapeva perfettamente. Aveva dei modi austeri, e con il tempo imparai che erano proprio i suoi modi, non c’era alcuna finzione né ruolo in quei momenti. La serata, come dicevo, si svolse in modo molto naturale… tra qualche massaggio ai piedi padronali, qualche pedata in faccia e qualche decina di minuti passata con la faccia sotto le sue piante mentre la Signora beveva del prosecco sul divanetto. Mi sentivo umiliato, ma soprattutto mi sentivo me stesso, come mai mi era successo in vita mia. Avevo sempre vissuto la mia perversione, il mio feticismo come un qualcosa di privato, di umiliante e segreto. Lì ero esposto a tutti. Anche se in un ambiente ad hoc per la prima volta mi ero lasciato condurre ad un evento pubblico in qualità di cane della Signora che accompagnavo.
Da quel momento le occasioni di adorazione, venerazione e progressivo indebolimento mentale non sono mancate, tanto da portarmi qualche volta (con scarsissimo successo) a cercare di allontanarmi per salvaguardare la mia dignità maschile… Consapevole che non è possibile in quanto l’ho messa nelle Sue mani la prima volta che mi sono inginocchiato davanti a Lei. Una strada che era inevitabilmente in discesa verso l’annullamento ai Suoi piedi, e di cui forse non ne ero ancora consapevole. Ciò che non potevo sapere era che il tempo lo avrebbe sancito fugando ogni dubbio… Ma questa è un’altra storia.
Racconti
La professoressa di mio figlio II
Ero lì, fermo davanti alla porta d’ingresso della palestra, con il cuore che batteva all’impazzata. Il pensiero di non essere all’altezza di ciò che la