La Signora Ivana

Riporto questo articolo,  ritrovato all’interno di una raccolta di racconti fetish scaricata oltre dieci anni fa.

Il mio nome è marco e sono stato lo schiavo della SIGNORA IVANA per cinque anni. Desidero iniziare questo racconto parlando della DIVINA PADRONA IVANA.
Attualmente ha trentadue anni ed è alta un metro settanta per un peso di circa 60 chili, ha i capelli bruni, gli occhi verdi, i seni pieni e piedini lunghi. È un avvocato e pratica da circa dieci anni, è molto ammirata nell’Associazione degli avvocati femminili.

La SIGNORA IVANA ha una figura fisica eccellente, svolge regolarmente un’attività di palestra ed è attiva negli sport come lo sci e la navigazione (ha una sua barca a vela). LA SIGNORA abita in un appartamento mansardato su due livelli con un ampio salone che occupa tutto un piano con la cucina, e quattro camere con i relativi servizi al piano superiore.
Ecco qui di seguito alcuni episodi della mia vita da schiavo personale della SIGNORA IVANA.
Questa mattina mi sono svegliato alle 7,00 dalla mia posizione sul pavimento, ai piedi del letto della PADRONA, pronto per ogni sua esigenza, e mi sono diretto giù dalle scale per preparare la sua colazione mattutina.
Indosso un paio di boxer neri che è la mia uniforme quando resto in casa, se non LEI disponga diversamente. Alle 7,30, ho svegliato LA SIGNORA delicatamente chiamandola per nome, come mi è stato insegnato. Al suo risveglio, ho disposto il vassoio con la colazione sul letto. Ha guardato verso me, ma non ha detto nulla mentre ha preso la tazza ed ha sorseggiato il caffè. “Schiavo, questa mattina ho fretta” ha detto mentre si metteva a sedere sul letto e l’abito di seta blu, che aveva usato di notte, rivelava i suoi seni rotondi.

“Vai a prepararmi il bagno e prepara il vestito azzurro e accoppialo con un paio di scarpe nere”. “Schiavo, aggiungi l’olio di lavanda, assicurati che l’acqua sia sufficientemente calda. Ieri era troppo fredda…”.
La SIGNORA entra nella stanza da bagno e depone le sue ciabattine da camera vicino a me, in ginocchio accanto alla vasca per accertare che la temperatura dell’acqua è corretta. La SIGNORA tocca con il piede il mio pene molle, e lo fa rimbalzare sul suo piede per alcuni secondi. “Schiavo devo pisciare…lasciami sola e vai a prendermi dell’altro caffè”. Mi ritiro dalla stanza da bagno mentre LEI si siede sulla tazza, chiudo la porta e vado in cucina a preparare dell’altro caffè, al mio ritorno busso delicatamente alla porta…
“Entra schiavo, e metti il dentifricio in pasta sullo spazzolino”. Obbedisco mentre LEI continua a bere il caffè, poi mi passa la tazza e prende lo spazzolino e comincia a pulirsi i denti. Preparo immediatamente il recipiente dove potrà sputare il dentifricio ed un altro bicchiere con dell’acqua per il risciacquo. Dopo aver sputato varie volte, beve un poco d’acqua e risputa ancora nel bicchiere che sto tenendo in mano.Una volta terminata la risciacquatura si alza e lascia cadere il suo vestito sul pavimento. Immediatamente lo raccolgo e lo appendo.
“Lavami, usa quella spugna insaponata e profumata”. M’inginocchio vicino alla vasca e comincio a lavare la mia SIGNORA, cosa ho fatto tante volte. Faccio scorrere la spugna ed il sapone sopra di LEI mentre si distende. “Ora passa la spugna fra le dita dei miei piedini, ragazzo, e dopo avermi lievemente solleticato il clitoride prendi il mio telo da bagno”. Dopo aver esaudito i suoi desideri mi alzo ed afferro il telo in panno e l’avvolgo intorno a lei, che senza dire una parola si dirige verso la camera. “Prendi le mutandine di seta viola, che ho comprato nell’ultima settimana.”

Vado al suo cassetto e prendo quello che ha chiesto. M’inginocchio davanti a LEI che passa un piede per volta nelle mutandine, usando la mia testa come appoggio. “Desidero guardarti mentre me le indossi aiutandoti con la sola bocca” dice con le mani sulle anche, levandosi in piedi davanti ad uno specchio, per guardare entrambi riflessi. Mi piego e comincio a tirare le mutandine sulle sue gambe e poiché le sposto lentamente, ride, divertendosi a divaricare le ginocchia e capendo che non riuscirò mai a superare le cosce. Per concludere, tira le mutandine intorno alle sue anche LEI stessa, con un sorriso soddisfatto.
“Bene, il minimo che puoi fare ora è baciarmi il culo, una natica alla volta e poi affondi la lingua al centro.” Durante la mia adorazione si mette il reggiseno. Dopo il trucco, la SIGNORA finisce di vestirsi con la mia assistenza. “Ascolta ragazzo, sono di fretta questa mattina e non ho tempo di occuparmi della tua punizione per tutti gli errori che hai fatto, mi devo accontentare che ti metti giù sulle ginocchia e che baci i miei piedi per chiedere di essere perdonato”

Cado in ginocchio sul pavimento, metto la mia testa fra i suoi piedi e comincio a baciarli, mentre la imploro, fino a quando non mi manda a prendere l’auto per portarla al lavoro. Arrestata l’automobile davanti all’ingresso, scendo per aprirle la portiera, mi porge la borsa porta documenti che deposito sul sedile a fianco del posto di guida.
Guido tranquillamente fino all’ufficio. Entrati nel garage, afferro la sua ventiquattrore e mi affretto ad aprire la sua portiera. Scende dall’auto ed io la seguo due passi dietro di LEI, come vuole la mia condizione di schiavo, fino all’ascensore che la porterà al ventesimo piano. Io la raggiungo in ufficio facendo le scale di corsa per poterle aprire la porta. La sua segretaria, la sig.na Stefania, è già nell’ufficio. Dopo averla salutata la SIGNORA si dirige direttamente alla sua scrivania dando una disposizione, “Faccia fare al ragazzo un caffè, quando è pronto mi faccia portare una tazzina”.

La sig.na Stefania con un sorriso mi chiede “Hai sentito la PADRONA? Entra in cucina e inizia il lavoro.” La sig.na Stefania è più giovane della SIGNORA IVANA, con capelli neri, occhi marroni ed un corpo sì giovane ma molto possente, è circa un metro e settanta e 85 chili. È una donna con un appetito sessuale vorace. Mentre sto preparando il caffè, la sig.na Stefania entra nella piccola cucina e si siede sul tavolo.
“Ora che il caffè è sulla fiamma, desidero mangiare la mia brioche e tu sai quello che devi fare” e lo dice mentre si sposta all’indietro sulla tavola e aprendo contemporaneamente le sue gambe.
“Ora fai un buon lavoro, schiavo! Il mio ragazzo mi ha scopato questa mattina, ho tenuto tutto dentro di me e le mie mutandine, ed ora desidero essere ripulita. Prima però voglio che lecchi il mio clitoride fino a che non diventa duro.”
Mi piego e comincio a leccare, e mentre lecco lei diventa più calda, sempre più calda.
“Lecca, leccalo più veloce” afferra i miei capelli e mi tira contro il suo sesso.
“Ora, succhia il clitoride, succhialo, succhialo, succhia schiavo”
“Adesso infila un paio di dita nella mia figa e spostale dentro e fuori. Fai scorrere quelle dita dentro e fuori, bravo schiavo, continua il tuo lavoro” comanda mentre comincia a stringere le sue cosce, e sposta le sue anche avanti e indietro…”ah, ah vengo” geme ed il suo orgasmo esplode.
“Ora, riattacca a lavorare con la tua lingua all’interno del mio sesso, e lecca tutto lo sperma del mio ragazzo…forse un giorno gli farà succhiare il suo cazzo?”
Sento rivolgere questa domanda dalla sig.na Stefania, mentre pulisco la parte interna della sua vagina e lei che gioca con la mia testa sepolta nelle sue cosce.
“Oh certo Stefania il ragazzo è qui per qualsiasi lavoro gli affidi” è la PADRONA che risponde alla domanda. “Quando hai finito con lui, fallo
mettere nudo sotto la mia scrivania. Ho una riunione urgente e devo andare al piano inferiore e tornerò tra circa venti minuti.”
“Certamente” dice la sig.na Stefania mentre spinge la mia testa nella sua vagina più a fondo.
Appena la PADRONA ha lasciato la cucina, la sig.na Stefania mi ha spinto verso il pavimento e mi ha detto di baciarle i piedi e di ringraziarla per avermi lasciato gustare lo sperma del suo ragazzo.
“Non sento” ha detto schiaffeggiando fortemente la mia nuca.
“Grazie sig.na Stefania per lasciarmi la possibilità di soddisfarla e per concedermi il privilegio della pulitura della sua maestosa vagina” dico.
“Va meglio” e mi schiaffeggia faccia “ora spogliati ed vai al tuo posto sotto la scrivania”
“Oh a proposito, schiavo. La PADRONA ha un appuntamento con un nuovo cliente femminile questa mattina, e mi ha detto d’essere pronto a dimostrare quanto obbediente potete essere. Così, se fossi in te schiavo mi riposerei, mentre ne hai la probabilità, perché penso che successivamente non avrai molto tempo.”

Una volta finito con la sig.na Stefania, come la PADRONA aveva disposto, mi sono messo nudo sotto la scrivania; ero lì da circa le 9:15 ed ora erano le 10:00, quando ho sentito la porta aprirsi e i tacchi della SIGNORA IVANA sul pavimento. Si è portata dietro la scrivania ed ha chiamato Stefania. Dalla mia posizione potevo vedere i suoi piedini, ed ho mantenuto il mio sguardo fisso su quegli stupendi piedi pronto per essere incaricato di adorarli. Nessun ordine è arrivato.
La PADRONA ha chiesto a Stefania di venire dietro la scrivania per poterle mostrare alcune correzioni da apportare ad un documento. Ora entrambe erano alla portata del mio sguardo e potevo ammirare i loro piedi. La sig.na Stefania stava lasciando la stanza, dopo le spiegazioni, quando la SIGNORA IVANA le ha chiesto cosa ne aveva fatto di me.
“Oh, lo fatto attendere sotto la vostra scrivania, nudo, come da vostri ordini…”
“Ho cambiato i programmi, rivestiti schiavo. Ho alcuni lavori che desidero che tu faccia oggi, non appena sarai rivestito vieni qui in ginocchio, e ti darò alcune istruzioni.”
Dopo essermi rivestito in cucina, torno nell’ufficio e mi inginocchio ai suoi piedi.
“Hai un certo numero di cose che desidero farti fare, per prima cosa devi andare all’appartamento di mia Madre e ripulirglielo. Starà via per due settimane e desidera lasciare tutto in ordine. Schiavo, mia madre dice che l’ultima volta eri lento ad obbedire…e non era
contenta della pulizia della stanza da bagno e della cucina.”
La SIGNORA IVANA mi si è avvicinata con la sedia dicendo, “Mi devi dire qualcosa?”
“Mi dispiace, PADRONA.”
“Dispiacerti non è sufficiente, merda.” E mentre lo dice afferra i miei capelli con la sua mano.
“Voglio che tu obbedisca e serva mia Madre come fossi IO. Capito? ” Mi chiede mentre mi schiaffeggia una volta, due volte e una terza volta.
“Capito!”
“Certamente PADRONA, capisco…” lo dico mentre pulisco il mio labbro dal sangue e guardo in su per vedere i suoi occhi che brillano…amo essere ai suoi piedi. LEI si riporta indietro nella sedia e riprende ad elencare i miei compiti da svolgere.
“Dopo che hai finito con l’appartamento di mia Madre, vai a ritirare i miei abiti lavati a secco e subito dopo dal calzolaio a prendere i miei sandali a cui doveva sistemare i tacchi. Poi ritorni qui. Capito tutto?” “Si PADRONA”
“Bene, vai, ti voglio indietro per le quattro di questo pomeriggio. Ho una nuova cliente che viene per il thé e devi servirlo.”
“Oh, mentre esci chiedi alla sig.na Stefania se potete fare qualche cosa per lei mentre sei fuori.”
Vado nell’ufficio della sig.na Stefania che sta scrivendo al suo personal computer e le chiedo,
“Miss Stefania, la PADRONA ha detto di chiedervi se posso esserle utile mentre sono fuori.”
“Si, devi andare in farmacia a prendere dei Tampax, oggi dovrebbe iniziarmi il ciclo…spero non ti dispiaccia…” mi ha chiesto con una risata leggera.
“No sig.na Stefania, qualunque cosa pur di soddisfarla…” rispondo con una punta di ironia.
La sig.na Stefania mi raggiunge ed afferra il mio pene, una morsa umana, ed il dolore mi fa crollare a terra.
“Rispetto, ubbidienza e l’entusiasmo sono che quello che merito e chiedo ad uno schiavo come te ” dice mentre continua a stringere, “ora che sei sulle ginocchia bacia le dita dei miei, e ripeti: amo essere lo schiavo della figa della mia Padroncina e servirla ogni mese durante il suo periodo mestruale.
Grazie sig.na Stefania, che mi permette di pulirle la vagina.”
Ripeto come la sig.na Stefania ha ordinato, e lei mi scalcia via. “Porta via la tua faccia da culo ed esegui tutte le commissioni.”
Una volta fuori dall’ufficio, mi dirigo verso l’appartamento della Signora Anna, che si trova sul lato orientale del medesimo stabile. Quando arrivo al suo appartamento, sono fermato dal portiere a cui chiedo di essere annunciato alla Signora Anna D…
“Chi devo dire?”
“Marco, il domestico della figlia.”
Il portiere mi annuncia e dice andare fino al suo appartamento. Raggiungo la porta, suono al campanello e resto in attesa. La PADRONA mi ha insegnato a mostrare il massimo rispetto alla Madre ed a esaudire qualunque richiesta, eseguendola nel modo migliore.
La sig.ra Anna ha 54 anni, è alta circa un metro e sessantacinque ed ha una figura atletica. Aveva capelli bruno scuro come PADRONA IVANA e gli occhi blu penetranti. Si esercita regolarmente in palestra ed ha fondi monetari sufficienti per concedersi numerosi visite alle stazioni termali e ad altri lussi. È inoltre molto sexy. La prima volta che l’ho vista indossava dei jeans comodi, un top che metteva in mostra i seni pieni e un paio di scarpe con tacchi a spillo che la rendevano ancora più alta.
La prima volta che mi ero recato presso la sua casa per i lavori domestici, mi ha dato istruzioni precise su come desiderava vedere pulito il suo
grazioso appartamento, e la fatto con un sorriso. Ogni tanto mi veniva vicino, dove stavo lavorando e commentava il risultato. Le istruzioni erano specifiche su come desiderava il lavoro e questo mi facilitava le cose. La prima volta che ho servito la sig.ra Anna ho eseguito tutto come desiderava e tutto si è risolto per il meglio.
Il giorno seguente la sig.ra Anna ha chiamato la figlia mentre questa mi stava usando per eccitare il suo sesso e la mia lingua stava dardeggiando molto leggermente intorno al suo clitoride, come da istruzioni.
Quando il telefono ha squillato, la SIGNORA IVANA , mi ha fermato e di stare vicino alla sua figa ed adorarla. La mia faccia era ora ad un centimetro dal suo sesso, e lei ha alzato il ricevitore
“Oh ciao, Mamma…ha fatto un buon lavoro…sono soddisfatta di sentirtelo dire…” la PADRONA a questo punto mi ha indicato la sua fighetta e senza dire una parola ha condotto la mia lingua al suo clitoride e delicatamente ha spinto la mia testa su e giù, ad indicare che desiderava che ricominciassi.
Mentre delicatamente leccavo e succhiavo il suo clitoride, ha continuato a comunicare con la Madre.
“Veramente è più del mio servo, del mio domestico. È il mio schiavo personale.”
“Cosa significa cara.”
“Mamma sono sicura che hai sentito parlare di uomini che amano essere dominati dalle donne, e lui è uno di quelli. La sua gioia più grande deve essere servirmi e rendere la mia vita più facile e più piacevole. Sono circa sei mesi che vive con me, l’ho addestrato per essere
completamente sottomesso. Godo della possibilità di avere un uomo che fa qualche qualunque cosa che dica di fare, godo della possibilità del
possederlo. Amo particolarmente farmi adorare.”
“Io non sono mai venuta a contatto con nessuno come lui. Ho sentito parlare degli uomini che amano essere dominati, ma sono un po’ scioccata piccola; devo ammettere che l’idea di avere una persona che fa qualunque cosa dici è intrigante e eccitante. Dove vive adesso?”
“Ha una stanza nel mio grande appartamento, una stanza non più grande di un armadio…lui dorme là quando non dorme ai piedi del mio letto. Passa i suoi giorni a servirmi. Fa tutti i lavori domestici, lavanderia, cottura, acquisti ed altro. E fa tutto esattamente come lo addestrato.”
“Cosa intendi per addestrato?”
“Si ottiene il meglio da un uomo sottomesso dopo l’addestramento, dopo che lo hai punito rigorosamente per tutte le mancanze alle regole stabilite. Con uno schiavo come lui, ho la possibilità di essere sempre potente. Quando schiaffeggio la sua faccia per una mancanza, mi diverto ed ancora di più mi esalta quando lui mi chiede scusa e consolida il mio potere. E questo si può vedere dai risultati delle mie eccitazioni…” “Cosa anche del sesso!”
“Adesso sta lavorando il mio sesso con la sua lingua. Naturalmente così lentamente da non distrarmi dalla tua telefonata.”
“Quando scopi come la gente normale?”
“Con lui mai…!! Prima di tutto non lo lascio mai eiaculare senza permesso e perfino allora mi diverto ad incitarlo a mangiare il proprio sperma. Io lo scopo sempre, lui scopa mai. Amo scopare il suo culo con un dildo. Mi piace vedere il suo buco del culo aprirsi per prendere tutto il mio fallo che mi lego alla vita. Non farti un idea errata. Il nostro rapporto non è una scena di sesso dopo un’altra. La maggior parte della sua vita consiste nel servirmi, lavorando duramente per me. Ho degli amici con cui esco, mentre marco è uno schiavo. Abbiamo un buon rapporto ma sono sempre la SUA PADRONA e lui lo schiavo come nella Grecia antica, nell’Egitto o a Roma.”
“Cosa pensano gli uomini con cui esci?”
“Generalmente pensano che sia il mio servo. Se porto un uomo a casa per vari motivi o persino passare la notte, lui per noi è un domestico. Devo ammettere comunque che se dormo con un tipo e lui scopa con me, io a volte mi alzo nel mezzo della notte ed entro nella piccola stanza e cavalco la faccia del mio schiavo, lo schiaffeggio per assicurarmi che sia ben sveglio e gli faccio pulire lo sperma dell’altro.”
“Cara, tutto questo mi è sconosciuto. Ma devo ammettere che comincio ad essere incuriosita ed in effetti, adesso che ci penso, ho percepito il suo desiderio di servirmi quando era qui a pulire.”
“Mamma mi piace quello che dici, perché non vieni domani a pranzo e ti darò un esempio e vivrai l’esperienza di persona.” La PADRONA nel
frattempo mi tirava per i capelli per farmi affondare più profondamente la lingua nel suo sesso.
“D’accordo sarà la mia prima esperienza, ci vediamo domani a mezzogiorno.”
A questo punto la SIGNORA IVANA ha avvolto strettamente il suo piede attorno alla mia testa ed ha cominciato a guidare la mia faccia con molta intensità.
Ora dopo mesi fa mi sembra inutile affermare che la Madre è venuta a pranzo ed inutile dire che ha trovato piacevole dominare gli uomini.
Questa è la quinta volta che vengo a pulire il suo appartamento, e sono ormai circa dieci minuti che aspetto davanti alla porta dell’appartamento.

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Una risposta

  1. Racconto stupendo, seppure molto fantasioso ed in parte irrealizzabile.
    Però essere il servo di una donna di quella classe e di alcune sue amiche fidate può avere un fascino particolare.
    Per alcuni potrebbe essere un legame di vita, per coloro che sentono più un percorso mentale che fisico, anche se è probabile che una donna così, dopo anni, si liberi del proprio adoratore e ne prenda un’altro.

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