Quando la padrona rientra a casa

Stavo raccogliendo i suoi vestiti dallo stendino mentre aspettavo che il pavimento della camera finisse di asciugarsi. Era stato un pomeriggio di pulizie intense. Succedeva così ogni weekend, lei usciva a farsi i fatti suoi, mentre io mi occupavo di pulire e sistemare a fondo la casa. I patti erano chiari fin dall’inizio, e avevo sempre bramato una donna che mi comandasse e mi umiliasse in privato, ma ciononostante non riuscivo ad abituarmici. Lei sapeva essere tanto insospettabile in pubblico quanto stronza e spietata quando restavamo soli ed era inevitabile che avrei ceduto su ogni fronte.

Il suono della lavatrice mi riportò ai miei incarichi, c’erano i nuovi panni da stendere. Raccolsi in fretta gli ultimi vestiti e mi misi a piegarli sul divano del salotto. Guardandomi intorno pensai a quanto fosse in disordine, ma avevo ancora tempo prima che lei rientrasse. Magari, nel caso il suo fosse stato un pomeriggio piacevole, mi avrebbe anche permesso di finire dopo il suo rientro, anche se so quanto le scocci rientrare e non trovare tutto in ordine. E io non vorrei mai deluderla, conosco il mio ruolo e mi piace come gestisce il nostro rapporto. Non ci pensai, calcolando che avrei potuto finire di pulire e sistemare anche il salotto prima che lei tornasse.

Il pavimento della camera era finalmente asciutto. Sistemai con cura i suoi vestiti nei cassetti e nell’armadio per poi scaricare la lavatrice e mettermi di nuovo a stendere i panni. Ripensavo a quella mattina, a come ormai fosse normale preparare la colazione per lei e mangiare i suoi avanzi sul pavimento. Al solo pensiero ancora mi eccitavo. Era un premio che mi concedeva solo nel weekend, e che solitamente finiva con il mio orgasmo a farcire i suoi avanzi sul pavimento. La divertiva molto vedermi mangiare tutto. Le prime volte facevo un po’ di storie, ma non ci ha messo molto a piegarmi. Ora non subisco nemmeno più molto l’umiliazione, ma quando la sento ridere e, ultimamente, farmi foto o mini video con cui creare dei bei ricordi da archiviare, sento il cazzo diventarmi durissimo. E questo toglie ogni altro tipo di pensiero o di dubbio su chi sia al comando.

Anche i panni erano stesi. Finalmente potevo occuparmi della zona giorno: salotto e cucina.
Iniziai con il lavare i piatti del pranzo. Nel weekend non mi era consentito utilizzare la lavastoviglie. Mi diceva sempre che sfregando a mano vengono più puliti e io semplicemente obbedivo. Consapevole che mi stesse prendendo in giro, ma sentendo il cazzo irrigidirsi ogni volta che ci pensavo.

Dopo un quarto d’ora avevo finito anche i piatti, ma guardandomi intorno la stanza era ancora un disastro. Compreso il lavandino. A quel punto sentì il campanello suonare. Mi si gelò il sangue. Sperai fosse il vicino, ma sapevo che era lei. Era tornata. Era prestissimo ma lei era già tornata. Aveva le chiavi ma suonava il campanello perché le piaceva ribadire i ruoli in situazioni quotidiane come questa. E al suo rientro a casa pretendeva da me il solito rituale: accoglierla in ginocchio con le ciabatte tra i denti, sfilarle le scarpe e adorarle i piedi finché lei non si annoiava e mi allontanava con qualche calcetto.

Aprii la porta sperando di poterla rabbonire un po’ durante l’adorazione dei piedi ma le mie speranze vennero azzerate all’istante. Non era sola, aveva deciso di tornare a casa con un’amica. Questo significava che la routine sarebbe saltata (salvo ordine contrario). Sul rendere pubblico o meno il rapporto di potere presente nel nostro rapporto era totalmente sovrana. Ne avevamo sempre parlato prima per le situazioni più delicate, ma non era la prima volta che portava a casa un’amica e mi trattava con superiorità. Più come un maggiordomo con svariati compiti che come un marito. Questo sul momento mi imbarazzava e mi faceva sentire umiliato, almeno le prime volte. Poi però mi ha portato ad accettare anche questo. La maestria con cui riprendeva quelle scene umilianti e le sensazioni di umiliazione (mia) e compiacimento (suo) mentre mi masturbava mi aveva completamente fottuto il cervello. All’inizio mi vergognavo, ora pensavo solo a quanto ne avrei potuto godere da lì a breve negli episodi di consolidamento della mia dipendenza dal suo potere.

Entrarono. Ovviamente vedendo il disordine non si trattenne. La sua parte dominante emerse subito. Non si curò della sua amica, anzi decise di coinvolgerla nella mia punizione. Lei non fece una piega e si mostrò molto a suo agio. Sentivo il cazzo gonfiarsi e il cervello esplodere. Ero un po’ preoccupato per la situazione, ma al tempo stesso era psicologicamente devastante. Non sapevo cosa sarebbe successo, sapevo che la sua arroganza mi privava della volontà, mi portava all’obbedienza e al compiacimento senza stupide domande. In completo potere della sua autorità femminile e del fascino che sapeva esercitare.

Mi fecero mettere in ginocchio sul pavimento piegandomi sul divano e iniziarono a scegliere una frusta ciascuna per iniziare la punizione…

Storia scritta reinterpretando questo video girato con Misia the Witch e Mistress Eva Medea.
Nel video il rientro a casa della padrona e dell’amica, la punizione e l’umiliazione sotto i piedi delle due donne.

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